lunedì 9 maggio 2011

Salento: sole, mare, isolamento

Sono un po’ di mesi che si parla di Regione Salento indipendente da Bari ladrona causa di tutti i mali economici dell’antico tacco italico sorretto dal tendine di Brindisi e il tallone di Taranto restare incollati all’Italia e all’Europa.
In un periodo in cui l’indice di gradimento politico si misura sui pollici dei tacchi a spillo di “ministre-calendario” è giusto che tutta la categoria veda riconosciuto il proprio status e abbia i propri privilegi garantiti.
Qual è il vero scopo di questa regione Salento? L’unica risposta plausibile mi sembra sia di creare una nuova burocrazia locale in mano a nuovi (o vecchi) triumvirati, finalmente liberi dal tiranno barese e i compagni dauni, loro si pugliesi a tutti gli effetti.
Con tutta la sincerità dell’inquisizione spagnola, se vogliamo scacciare via la sottomissione ed essere finalmente una zona autonoma permanente dobbiamo in primo luogo liberarci del tiranno senza diventare tiranno noi stessi.
Semplice a dirsi, molto di più a farsi. Pensate se le banche di Lecce, Brindisi e Taranto si unissero in un solo cartello e formassero, aiutati dalla politica, non una regione ma un paradiso fiscale: lussuosi hotel con piscina, casinò, sale da ballo, spiagge esclusive con concessione millenaria e via discorrendo.
Il Salento diventerebbe un paradiso, una lavatrice di denaro lordo ma con un sorriso pronto a chiudersi sulla cannuccia di un mojito in riva al mare senza più precarietà né tanto meno disoccupazione a corrucciarci l’abbronzatura.

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